martedì 8 gennaio 2008

Montegridolfo: un piccolo castello sulla linea Gotica

Montegridolfo è un piccolo borgo situato in provincia di Rimini.
Il toponimo del castello sembra trarre origine dall'antica famiglia riminese dei Gridolfi che a partire dal XIII secolo si stabilì sulle colline tra la Romagna e le Marche. Come altre nobili famiglie guelfe cittadine, in età comunale i Gridolfi si schierarono dalla parte della Chiesa; secondo alcuni storici, infatti, Montegridolfo sarebbe la trasformazione dell'originario nome del luogo ovvero Monteguelfo, oppure di Monte Loro ovvero monte dell'alloro. Fra il 535 ed il 553 d. C., la guerra gotica, tra ostrogoti e bizantini, spinge le popolazioni della parte bassa della vallata del Conca a ritirarsi sui colli dell'immediato entroterra. Risale al 1148 la prima notizia certa su Montegridolfo, secondo cui il borgo sarebbe appartenuto all'Abbazia di S. Pietro di Rimini. Nel 1233, il sindaco di Montegridolfo, tale Pasitto, giurò fedeltà al Comune di Rimini, entrato in guerra con Urbino per questioni di confini. Nel 1288, il castello di Montegridolfo fu assalito dalle milizie dei vicini Comuni di Mondaino e Saludecio: la cronaca su tale avvenimento dice: "l'abbruciamento di libri e di paramenti sacri, e furono insieme rubate e guaste case, cantine, e selve". Nel 1336, il castello fu nuovamente saccheggiato: questa volta non a causa delle lotte tra i Malatesta e i Montefeltro, ma per scontri interni alla stessa casata malatestiana. Ma se Ferrantino Novello distrugge, l'anno dopo Galeotto Malatesta ricostruisce, e nel 1338 circonda lo stesso castello di nuove alte mura, rafforzate con quattro poderosi torrioni, con grande soddisfazione degli abitanti. In quest'epoca dentro le mura castellane vivono circa 250 persone. Nel 1445, Montegridolfo passa ai Montefeltro di Urbino per poi ritornare ai Malatesta. Dopo la disfatta di Sigismondo Malatesta (1462) e altre vicende, nel 1502 ricade sotto il dominio dei Borgia e in seguito della Repubblica di Venezia, fino ad entrare definitivamente nell'orbita della Chiesa. Nel 1769, frate Lorenzo da Montegridolfo diventa papa con il nome di Clemente XIV. Nel 1849, con la proclamazione della Repubblica Romana, Montegridolfo recupera la sua funzione di baluardo, così come nel 1944, durante lo sfondamento anglo-americano della "Linea Gotica".

Il castello dei Malatesta, che racchiude l'intero borgo, si presenta con un perfetto restauro, eppure l'impressione è che non si sia persa del tutto la vita antica del borgo, testimoniata dalle numerose opere d'arte ed evocata da queste forme "nuove" rimodellate sulle antiche. Il microcosmo di borgo-castello appare così in tutta la sua suggestione poetica: basta passeggiarvi all'interno, soffermarsi sui particolari architettonici o, nelle lunghe sere estive, "salire a le stelle" che punteggiano il cielo, e poi, dalla parte di levante, guardare giù verso il mare di Pesaro. L'impianto urbanistico è rimasto quello medievale: il terrapieno è circondato da forti mura fiancheggiate da torrioni e dentro le mura vi sono strette stradine su cui si affacciano i principali edifici e le casette, oggi utilizzate per le vacanze ma anche come residenza principale. Il palazzo del Municipio si trova accanto alla torre portaia, mentre palazzo Viviani, l'antica dimora dei signori del castello, è oggi un attraente albergo-ristorante. La cappellina Viviani è quanto resta della duecentesca chiesa di S. Agostino distrutta nel 1336 da Malatesta Guastafamiglia. Ai piedi delle mura castellane sorge la piccola chiesa di S. Rocco, costruita nel 1427 e dotata di un bel portale a ogiva di ispirazione gotica. Custodisce una splendida tela di Guido Cagnacci, il maestro riminese della seduzione, uno dei protagonisti del Seicento. Il quadro appartiene alla sua fase giovanile (1617-23) e raffigura la Madonna col Bambino adorata dai Santi Rocco, Giacinto e Sebastiano. Interessanti anche gli affreschi, uno di anonimo marchigiano (XV sec.) e l'altro attribuito a Girolamo Marchesi da Cotignola (1520-25). Verso valle s'incontra la chiesa di S. Pietro, di origine antichissima ma ricostruita dalle fondamenta dopo i danni della seconda guerra mondiale: conserva un bell'affresco di anonimo del XV sec. Infine, in località Trebbio (da trivium, luogo privilegiato per gli incontri sovrannaturali) sorge il santuario della Beata Vergine delle Grazie, innalzato all'indomani dell'apparizione della Madonna nel 1548 e meta di pellegrinaggi dalla Romagna e dalle vicine Marche.

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