È la seconda città del Portogallo, da cui prendono il nome il Paese stesso e il famoso vino, uno dei prodotti portoghesi più apprezzati a livello internazionale. Sulla riva settentrionale del fiume Douro, poco lontano dall'Oceano Atlantico, Porto è l'alternativa alla battutissima Lisbona. La città si gira a piedi, e la vita notturna non manca soprattutto sul lungofiume. Come Parigi, anche Porto ha una rive gauche, charme e cantine, e una droite, il centro storico di fascino assoluto. La conquista della città passa per entrambe le sponde, e va pianificata bene: preferibilmente ai tavolini del Majestic Café in rua Santa Catarina. Il cuore antico della città portoghese non è grande ma richiede tempo; perché fra decine di chiese barocche ricoperte di azulejos, la cattedrale fortezza del XII secolo, il Palazzo della Borsa, la formidabile libreria neogotica Lello (dal 1906 in rua das Carmelitas) e la stazione Déco di São Bento, c’è da scarpinare. Fino al quartiere medievale della Ribeira, con le case alte e strette come quelle di Amsterdam, e poi ci s’imbarca per una minicrociera fra il Douro e l’oceano dietro l’angolo. Colpo d’occhio notevole: architetture piene di locali e luci che si specchiano sulla lama del fiume. Il Douro per la città è una specie di idolo pagano. Prima di bagnarla e di tuffarsi nell’Atlantico attraversa la valle dove crescono le uve del vino cui dà il nome. Per assaggiarlo non c’è bisogno di spingersi fra tutto quel verde: basta entrare da Cálem (tel. ) o da Sandeman (tel. 0035.13.74.05.35,) sul lungofiume di Gaia. Se invece si è in vena di scoperte, prima si visita il Museo romantico nell’ex casa vista fiume dell’esilio di Carlo Alberto di Savoia. Poi si scende in giardino per lo spettacolo del tramonto e per assaporare qualche varietà di Porto nel salone dei Solares dos Vinhos , il centro degustazione dell’istituto che cataloga e certifica la qualità dei diversi produttori. Attenti, però: non servono stuzzichini e 20 gradi non sono pochi. Dopo si replica a tavola, in templi del baccalà come D. Tonho, in una casa del 1700 sul lungofiume della Riberia e in una seconda sede a Gaia. Celebrities portoghesi e straniere altisonanti come il conto. L’alternativa? O Gaveto per i patiti del pesce. Oppure Shis: sushi mediterraneo sulla spiaggia do Ourigo, zona di grido della Porto giovane e modaiola, accanto alle ville milionarie del periodo Déco. Tra le architetture da capitale della cultura, brilla un diamante di pietra dell’olandese Rem Koolhaas: la Casa da Música, in avenida Boavista, sede di concerti e spettacoli. Con una scala luminosa che dalla hall raggiunge ristoranti avveniristici, sale concerti con decorazioni di azulejos, pareti in legno a onde dorate e giochi di luce. Emoziona anche il Museo di Arte Contemporanea della Fondazione Serralves, progettato dalla star nazionale dell'architettura contemporanea Álvaro Siza all’interno di un parco. E se ancora non dovesse bastare, dal 25 febbraio, a Porto, si viaggia nel futuro: con il grande festival fantascientifico Fantasporto.
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