L'isola è uno dei luoghi più incontaminati del Mediterraneo.
Qui la natura è riuscita a conservare sorprendenti scenari e specie faunistiche altrove minacciate di estinzione
Narra la leggenda che Ercole afferrò l'estrema propaggine settentrionale della Sardegna e la staccò dalla penisola della Nurra. E la strinse così forte nel pugno da assottigliarne la parte centrale, lasciandole impresse tre profonde insenature dove le possenti dita l'avevano strangolata. Herculis Insula, la chiamarono perciò i romani, e successivamente Sinuaria, per la sinuosità delle sue coste. Pare che Asinara deriverebbe dunque dalle graduali storpiature del nome romano, anche se i suoi celebri asinelli albini, proliferati sull'isola in epoca più recente, ne sono ormai il simbolo.Antica e travagliata è la storia di questa splendida isola divenuta una riserva naturalistica selvaggia e aspra. Abitata fin dall'età della pietra, la presenza umana è testimoniata dalle domus de janas, le "case delle fate", luoghi di culto funerari scavati nella roccia calcarea rinvenuti nella zona di Campu Perdu, dove è stata anche recuperata una statuetta di bronzo risalente all'epoca nuragica. Conosciuta da fenici e greci per la posizione strategica e usata per rifornirsi di acqua nelle loro navigazioni commerciali, venne colonizzata dai romani e prosperò in stretto rapporto con la vicina Turris Lybissonis, l'odierna Porto Torres. L'incessante andirivieni di navi militari e da trasporto ha lasciato una traccia suggestiva: fu un evento sicuramente drammatico, un naufragio, che a distanza di millenni ci permette oggi di ammirare a pochi metri di profondità, davanti al molo di Cala Reale, su una prateria di alga posidonia, il relitto di una grande nave oneraria carica di anfore che contenevano salsa di pesce, una prelibatezza per quell'epoca. Si è deciso di lasciare tutto lì, regolamentando le immersioni su permesso della Soprintendenza Archeologica di Sassari, o "sorvolando" il sito con un battello dal fondo di vetro.Nel 700 d.C. iniziarono le incursioni dei corsari arabi, che ingaggiavano furibonde lotte all'ultimo sangue con i sardi residenti, costretti a ritirarsi sempre più all'interno. Le repubbliche marinare di Genova e
Pisa ne approfittarono per prendere il controllo di questi mari scatenando la caccia ai "mori", mentre la famiglia dei Malaspina, signori della Lunigiana, pose un insediamento sull'Asinara facendo costruire il cosiddetto Castellaccio, una fortezza sul picco granitico i cui ruderi sovrastano ancora la località di Fornelli.
Pisa ne approfittarono per prendere il controllo di questi mari scatenando la caccia ai "mori", mentre la famiglia dei Malaspina, signori della Lunigiana, pose un insediamento sull'Asinara facendo costruire il cosiddetto Castellaccio, una fortezza sul picco granitico i cui ruderi sovrastano ancora la località di Fornelli.
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