La piccola e raccolta capitale elvetica ospiterà ospiterà il 9 giugno la prima sfida degli Azzurri per gli Europei 2008
A chiunque capiti di andare a Berna e di visitare – come una delle tappe irrinunciabili - il Zentrum Paul Klee probabilmente succederà anche di porsi una domanda: ma Paul Klee non era tedesco? Ed essendo indotti a dire di sì, sorgerà immediatamente l'altra domanda: ma allora perché la più grande collezione delle sue opere sta qui a Berna, in questo splendido museo, disegnato da Renzo Piano e realizzato con tre onde di vetro e acciaio che alludono ai tre periodi più importanti del percorso artistico di Paul Klee? Per rispondere alle domande va ricordata una storia un po' complicata.
In realtà, il grande artista era nato a Muenchenbuchsee, nei pressi di Berna, ma solo in un secondo momento gli fu concessa la nazionalità dalla Germania, sua patria d'adozione. Con uno stile di vita ostentatamente bohémien, ma in realtà perfettamente a suo agio nel condurre un'esistenza assai borghese, la sorte gli riservò in una prima fase grandi riconoscimenti e celebrità, ma poi - sotto il regime nazista - gli successe di essere indicato come un pervertito e per questo costretto ad emigrare nella sua patria d'origine, appunto la Svizzera. Dove però gli venne riconosciuta la cittadinanza solo dopo la sua morte, nel 1940. Non solo, ma fu necessario far trascorrere altri sessantacinque anni prima che la sua Berna decidesse di ricordarsi di lui.
Il Zentrum Paul Klee – inaugurato il 20 giugno del 2005 – raccoglie oltre 4.000 opere delle circa 9600 create dell'artista. E questo fa del museo il luogo dove è custodita la collezione monografica più estesa a livello mondiale. Renzo Piano ottenne l'incarico di realizzare la struttura del museo nel 1991, all'indomani di accordo tra gli eredi del patrimonio dell'artista e i coniugi Müller, tra i finanziatori che hanno messo più risorse per realizzare il progetto. Progetto che allude ad una sorta di “ monumento nel nulla”, concepito in un ampio spazio verde, con tre enormi onde in cemento, acciaio e cristallo, sotto le quali scorre un percorso interno, illuminato dalla luce naturale, che invade gli ambienti attraverso gigantesche pareti vetrate.
C'è un'atmosfera sacrale che, nell'intenzione del grande architetto italiano, induce alla dimensione contemplativa, al rapporto solitario e intimo con le opere di Klee. Tutto ciò, tuttavia, non contraddice affatto l'altra vocazione di questo luogo, quella cioè del luogo d'incontro delle diverse arti. Ed ecco infatti gli spazi per i concerti, il teatro, le letture... In un implicito omaggio alla eclettica e sfaccettata attività di Paul Klee, che appunto fu poeta, matematico, musicista, pedagogo, oltre che grande pittore.
In realtà, il grande artista era nato a Muenchenbuchsee, nei pressi di Berna, ma solo in un secondo momento gli fu concessa la nazionalità dalla Germania, sua patria d'adozione. Con uno stile di vita ostentatamente bohémien, ma in realtà perfettamente a suo agio nel condurre un'esistenza assai borghese, la sorte gli riservò in una prima fase grandi riconoscimenti e celebrità, ma poi - sotto il regime nazista - gli successe di essere indicato come un pervertito e per questo costretto ad emigrare nella sua patria d'origine, appunto la Svizzera. Dove però gli venne riconosciuta la cittadinanza solo dopo la sua morte, nel 1940. Non solo, ma fu necessario far trascorrere altri sessantacinque anni prima che la sua Berna decidesse di ricordarsi di lui.
Il Zentrum Paul Klee – inaugurato il 20 giugno del 2005 – raccoglie oltre 4.000 opere delle circa 9600 create dell'artista. E questo fa del museo il luogo dove è custodita la collezione monografica più estesa a livello mondiale. Renzo Piano ottenne l'incarico di realizzare la struttura del museo nel 1991, all'indomani di accordo tra gli eredi del patrimonio dell'artista e i coniugi Müller, tra i finanziatori che hanno messo più risorse per realizzare il progetto. Progetto che allude ad una sorta di “ monumento nel nulla”, concepito in un ampio spazio verde, con tre enormi onde in cemento, acciaio e cristallo, sotto le quali scorre un percorso interno, illuminato dalla luce naturale, che invade gli ambienti attraverso gigantesche pareti vetrate.
C'è un'atmosfera sacrale che, nell'intenzione del grande architetto italiano, induce alla dimensione contemplativa, al rapporto solitario e intimo con le opere di Klee. Tutto ciò, tuttavia, non contraddice affatto l'altra vocazione di questo luogo, quella cioè del luogo d'incontro delle diverse arti. Ed ecco infatti gli spazi per i concerti, il teatro, le letture... In un implicito omaggio alla eclettica e sfaccettata attività di Paul Klee, che appunto fu poeta, matematico, musicista, pedagogo, oltre che grande pittore.
La Berna di Einstein - Il grande scienziato approdò nella capitale elvetica come un immigrante in cerca di opportunità. Si era nel 1902 e lui aveva solo 23 anni. Trovò quasi subito un posto da tecnico presso un ufficio pubblico federale. Si sposò, e dopo aver cambiato casa una decina di volte, si fermò in Kramgasse 49, dove fece nascere la teoria della relatività, con la sua formula che divenne la più famosa della storia: E=cm2.
Oggi quell'appartamentino di Kramgasse 49 è diventato un museo, intitolato ad Albert Einstein. La casa è stata restaurata e resa il più possibile simile a quella che effettivamente occupò lo scienziato. È possibile, proprio attraverso il museo, fare passeggiate per scoprire angoli della città, in qualche modo rimasti intatti dal 1905. Non solo, ma si vanno a scovare anche le osterie frequentate da Einstein, dove – se lo si desidera – è possibile farsi preparare dei menu assai speciali, ispirati al genio matematico. (www.einstein2005.ch/)
Storia - Secondo la leggenda, la città deve il suo nome a un orso («bar» in lingua tedesca, «barn» nel locale dialetto) ucciso dal duca Berchtold V von Zàhringen nel luogo da lui poi scelto per la fondazione della città, avvenuta nel 1191. Protetta dall'ansa dell'Aare e chiusa a ovest da cortine difensive, divenne presto importante piazzaforte militare e centro di mercati, iniziando una vigorosa lotta per sottrarsi al dominio di imperatori e signori. Città libera nel 1218, dopo un breve protettorato del conte Pietro II di Savoia (1255-65), acquistò nel 1272 piena autonomia, dandosi un governo aristocratico. Con una serie di guerre fortunate, specialmente contro l'Austria, si assicurò dal XIV al XVI secolo un vasto dominio territoriale, che si estendeva dall'Argovia alle rive del lago di Ginevra, e che le procurò un posto preminente tra i cantoni primitivi. Nel 1528 abbracciò la Riforma. Il suo governo oligarchico, che portò progresso economico e potere militare, represse duramente le lotte per l'indipendenza dei territori sottomessi e le rivolte contadine. Venne abbattuto, una prima volta dall'esercito francese nel 1798 e definitivamente nel 1830 dai moti liberali. Nel 1848 la città fu scelta dal primo Parlamento svizzero come sede delle autrità centrali della Confederazione.
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