domenica 11 maggio 2008

Cortina d'Ampezzo: cabine «ingabbiate» sul Faloria

CORTINA. E' arrivato a 113 il numero delle montagne che hanno aderito all'iniziativa "The Sad Smoky Mountains" ("Tristi Montagne Fumanti") ideata da Alberto Peruffo e che, domenica, vedranno accese dagli alpinisti delle torce che simboleggiano «il cuore infranto delle montagne e degli uomini con il colore della vergogna, della tristezza e dell'indignazione».I primi ad aderire a Cortina sono stati Enrico Ghezze ed Andrea Gris, che ieri hanno fatto le prove dell'evento sul Faloria. «Volevamo dare all'iniziativa un tocco di originalità», dicono, «e allora abbiamo deciso di non accontentarci delle semplici torce». Ghezze ha così "reinventato" due cabine della funivia Faloria in due blocchi arancioni a grata per simboleggiare una sorta di prigione.«E' la prigionia che vive il pensiero tibetano per colpa della Cina, che da metà anni '50 occupa il Tibet e commette soprusi incredibili a danno della popolazione». Le due cabine funiviarie contengono anche un messaggio scritto. Su una è stata incisa la parola "free" e sull'altra "Tibet". Nel momento del sorpasso di una cabina con l'altra, si leggono le due frasi "Free Tibet" e "Tibet free". «L'idea di Paruffo», sottolineano Gris e Ghezze, «è un segnale agli uomini di buona volontà, un segnale di sostegno alle persone che combattono quotidianamente per i diritti fondamentali dell'uomo e dell'inalienabile suo ambiente, un segno di solidarietà a leader coraggiosi quali il Dalai Lama, la cui dirittura e lungimiranza dovrebbero essere guida ed esempio per contrastare la devastante oscurità creata dalla negligenza morale di politici, uomini di potere e intellettuali. Un segnale che, a Cortina, ha trovato la collaborazione di "Cortina Cube", che ha sponsorizzato l'azione civile e artistica».Ieri ci sono state le prove generali: le due cabine sono state riprese, i filmati saranno trasmessi in tv e sui siti internet. Sabato pomeriggio saliranno guide e alpinisti. E domenica alle 13 si potrà vedere lo spettacolo. Le fiaccole in cima al Faloria saranno accese e dal paese o dal rifugio si assisterà ad uno spettacolo unico. «Per rendere l'iniziativa ancora più coinvolgente», concludono Gris e Ghezze, «stiamo organizzando una corsa per salire in funivia.Dopo l'accensione delle torce ci sarà un pic nic. Abbiamo invitato anche il sindaco Andrea Franceschi che era già a conoscenza dell'iniziativa e poterebbe essere l'ospite d'onore».

venerdì 9 maggio 2008

Pedalando... pedalando...

Anche nel nostro Paese stanno aumentando gli amanti delle vacanze in bicicletta. Non è solo una risposta all’inquinamento e all’aumento del costo dei carburanti: la bicicletta è uno stile di vita, è un modo diverso e più naturale di affrontare il tempo, di combattere lo stress. Tante le piste ciclabili: lungo i fiumi, in aree di grande bellezza paesaggistica e nei centri urbani. Ma moltissimo va ancora fatto: va cambiata la mentalità degli automobilisti e dei motociclisti, va incrementato il rispetto per chi ha deciso di lasciare a casa la macchina...

VAI CON LA BICI» recita la canzoncina, che poi conclude con tono vagamente minaccioso: «Pedala e taci». Ma ora i ciclisti non tacciono più, anzi stanno decisamente rialzando la testa. E si riprendono le strade: quelle delle città, certo, ma anche quelle del tempo libero e delle vacanze. Stando agli ultimi dati, il numero di coloro che utilizzano la bici per le proprie vacanze è più che raddoppiato. Non si tratta – e questo è forse il dato più interessante - dei “soliti giovani squattrinati”, ma anzi di liberi professionisti o colletti bianchi che scelgono l'itinerario su Internet (dove c'è un'ampia selezione di siti ad hoc) e sempre più spesso si rivolgono a Tour Operator specializzati.Che sono ora in pieno boom. L'offerta è ampia e variegata, in grado di accontentare tutti i gusti, ma giocoforza è molto orientata verso i Paesi esteri, Europa soprattutto. Paesi come l'Olanda o la Danimarca con le loro piste ciclabili ben tenute e i ricchi servizi accessori (custodia della bici, noleggio, hotel a misura di ciclista) fanno la parte del leone, ma tra le più richieste ci sono anche Francia, Austria, Germania e Irlanda. Qui si possono trovare organizzazioni che pensano a tutto: al trasporto delle bici e dei bagagli, all'assistenza tecnica, all'alloggio. Occorre solo preoccuparsi di pedalare e dimenticare stress e inattività, godendosi il paesaggio. Le tappe sono sempre studiate per essere alla portata di tutti, non più di 50-60 chilometri al giorno, a volte anche meno. Non ci sono imprese da compiere, ma solo il piacere di viaggiare a ritmo lento, senza inquinare. D'altra parte il cicloturismo rientra a pieno titolo nel campo dell'ecoturismo che, pur rappresentando percentuali ancora piccole del mercato turistico internazionale, è anche l'unico che vanti un vertiginoso ritmo di crescita. Magari tutto questo testimonia una reale crescita della consapevolezza verso Madre Terra e le sue risorse, depredate dall'ingordigia umana e messe in crisi dal turismo di massa, ma indubbiamente conta molto anche la voglia di passare una vacanza diversa e di fare del moto. E perché no? di avere l'occasione di conoscere i propri limiti ed avere qualcosa di nuovo da raccontare al rientro in ufficio. La FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta ), a cui aderiscono più di 10.000 persone, è tra i maggiori promotori del cicloturismo, ma negli ultimi anni, e proprio grazie ad Internet, sono cresciute anche altre realtà, quali agenzie specializzate o associazioni che si dedicano a promuovere il cicloturismo in zone del nostro Paese e nel mondo. Nei viaggi organizzati generalmente si viaggia assistiti da un furgone. Ma c'è anche chi preferisce fare da sé: verso l'avventura, un'avventura che se in Europa offre ampie garanzie di successo, in Italia rischia di restare bloccata tra le lamiere delle auto o messa a rischio dagli amanti della velocità. Di piste ciclabili, nel Bel Paese, ce ne sono davvero poche, e quasi tutte concentrate in poche località, prevalentemente al centro-nord. Al sud poco o niente. Il che implica, per il povero cicloturista, di dover condividere le strade con l'odiato e pericoloso traffico veicolare oppure, dove esistano, utilizzare le stradine secondarie, le cosiddette back roads, che a volte fanno la vera differenza nella scelta dell'itinerario. Nella provincia di Siena l'abbondanza di strade bianche ha portato alla nascita del Parco Ciclistico delle Crete Senesi. Si tratta di una delle poche aree in Italia dove il cicloturismo è attivamente favorito, e anzi ci si scommette su per un ulteriore crescita dell'economia locale. Pedalare da queste parti significa essere circondati dai paesaggi di una delle province più bella d'Italia. Altra esperienza, di tutt'altro genere, è quella che è possibile vivere lungo il Po, dove, nel tratto terminale del fiume, esistono piste ciclabili e percorsi adatti alla bici sia sulla sponda veneta che su quella romagnola. A Roma si sta completando la rete ciclabile che già oggi consente di attraversare da nord a sud la capitale: a breve sarà possibile arrivare sino al mare, seguendo la sponda del Tevere. In qualche modo, sembra proprio che siano i fiumi ad attirare maggiormente i cicloturisti: in fondo, è come ai tempi degli antichi pellegrinaggi, quando per viaggiare, a piedi o a cavallo, si sceglievano le valli fluviali. I segnali che qualcosa si stia muovendo anche in Italia sono ormai numerosi e importanti sebbene frammentari. Basti pensare alla Ciclopista del Sole proposta dagli Amici della Bicicletta: 1200 chilometri di percorsi ciclabili che dalBrennero dovrebbe attraversare tutta la Penisola, isole comprese, costituendo così una spina dorsale ciclabile a sua volta connessa con quella europea, chiamata Eurovelo. Se all'estero si è a buon punto, però, non altrettanto si può dire del nostro Paese, nonostante l'impegno dei promotori.

Perché l'Italia piace meno ai turisti?

Era il paese più visitato al mondo. Negli anni è scivolato al quinto posto. In Italia diminuiscono i visitatori. A che cosa è dovuta questa crisi? Le cose potrebbero peggiorare dopo il caso dei rifiuti e delle mozzarelle contaminate? Oppure il viaggio in Italia è troppo costoso rispetto alle attrazioni e ai servizi che offre?

L'Italia era la meta preferita dai turisti, ma con il tempo gli arrivi sono diminuiti e il paese è arrivato al quinto posto nella classifica delle mete più ambite. Il rapporto 2008 di The European House-Ambrosetti sul “Sistema turismo Italia", realizzato con il contributo del Touring Club, registra una sensibile flessione nel tasso di crescita dei visitatori negli ultimi anni. Nel 2008 il Belpaese è scivolato al quinto posto tra le mete mondiali, superato anche dalla Cina. Il paese più visitato al Mondo è la Francia, seguito da Spagna, Stati Unti e Cina. Fra il 1995 e il 2006 il tasso medio annuo di crescita degli arrivi in Italia è stato solo dell' 1,1 per cento, la quota sul totale mondiale si è ridotta passando dal 6,8 al 4,9 per cento. Lo studio descrive un paese in crisi d'immagine che non regge la concorrenza di altre mete turistiche. Il fascino di Venezia, del Trentino e della Toscana continua a conquistare chi viaggia, ma in altre località gli arrivi sono in calo. Nel tempo i turisti sembrano meno interessati al Belpaese. Negli anni Settanta l'Italia era in assoluto il paese più visitatati al mondo. Ma negli ultimi anni il turismo ha registrato una notevole flessione. Chi viaggia preferisce altre mete come la Spagna e la Francia. E il paese del Grand Tour non sembra più il giardino d'Europa.


Come mai il turismo in Italia è in crisi? E' colpa del crollo d'immagine del paese per la questione dei rifiuti, delle mozzarelle contaminate o della crisi dell'Alitalia? Il nostro paese dovrebbe fare qualche cosa di più per vendere meglio la sua immagine all'estero? Potremmo copiare il modello francese? Oppure è forse colpa dei prezzi troppo alti degli alberghi?


Che cosa ne pensate?? Scriveteci le vostre considerazioni in proposito!!

Berna


La piccola e raccolta capitale elvetica ospiterà ospiterà il 9 giugno la prima sfida degli Azzurri per gli Europei 2008

A chiunque capiti di andare a Berna e di visitare – come una delle tappe irrinunciabili - il Zentrum Paul Klee probabilmente succederà anche di porsi una domanda: ma Paul Klee non era tedesco? Ed essendo indotti a dire di sì, sorgerà immediatamente l'altra domanda: ma allora perché la più grande collezione delle sue opere sta qui a Berna, in questo splendido museo, disegnato da Renzo Piano e realizzato con tre onde di vetro e acciaio che alludono ai tre periodi più importanti del percorso artistico di Paul Klee? Per rispondere alle domande va ricordata una storia un po' complicata.

In realtà, il grande artista era nato a Muenchenbuchsee, nei pressi di Berna, ma solo in un secondo momento gli fu concessa la nazionalità dalla Germania, sua patria d'adozione. Con uno stile di vita ostentatamente bohémien, ma in realtà perfettamente a suo agio nel condurre un'esistenza assai borghese, la sorte gli riservò in una prima fase grandi riconoscimenti e celebrità, ma poi - sotto il regime nazista - gli successe di essere indicato come un pervertito e per questo costretto ad emigrare nella sua patria d'origine, appunto la Svizzera. Dove però gli venne riconosciuta la cittadinanza solo dopo la sua morte, nel 1940. Non solo, ma fu necessario far trascorrere altri sessantacinque anni prima che la sua Berna decidesse di ricordarsi di lui.

Il Zentrum Paul Klee
– inaugurato il 20 giugno del 2005 – raccoglie oltre 4.000 opere delle circa 9600 create dell'artista. E questo fa del museo il luogo dove è custodita la collezione monografica più estesa a livello mondiale. Renzo Piano ottenne l'incarico di realizzare la struttura del museo nel 1991, all'indomani di accordo tra gli eredi del patrimonio dell'artista e i coniugi Müller, tra i finanziatori che hanno messo più risorse per realizzare il progetto. Progetto che allude ad una sorta di “ monumento nel nulla”, concepito in un ampio spazio verde, con tre enormi onde in cemento, acciaio e cristallo, sotto le quali scorre un percorso interno, illuminato dalla luce naturale, che invade gli ambienti attraverso gigantesche pareti vetrate.

C'è un'atmosfera sacrale che, nell'intenzione del grande architetto italiano, induce alla dimensione contemplativa, al rapporto solitario e intimo con le opere di Klee. Tutto ciò, tuttavia, non contraddice affatto l'altra vocazione di questo luogo, quella cioè del luogo d'incontro delle diverse arti. Ed ecco infatti gli spazi per i concerti, il teatro, le letture... In un implicito omaggio alla eclettica e sfaccettata attività di Paul Klee, che appunto fu poeta, matematico, musicista, pedagogo, oltre che grande pittore.


La Berna di Einstein - Il grande scienziato approdò nella capitale elvetica come un immigrante in cerca di opportunità. Si era nel 1902 e lui aveva solo 23 anni. Trovò quasi subito un posto da tecnico presso un ufficio pubblico federale. Si sposò, e dopo aver cambiato casa una decina di volte, si fermò in Kramgasse 49, dove fece nascere la teoria della relatività, con la sua formula che divenne la più famosa della storia: E=cm2.

Oggi quell'appartamentino di Kramgasse 49 è diventato un museo, intitolato ad Albert Einstein. La casa è stata restaurata e resa il più possibile simile a quella che effettivamente occupò lo scienziato. È possibile, proprio attraverso il museo, fare passeggiate per scoprire angoli della città, in qualche modo rimasti intatti dal 1905. Non solo, ma si vanno a scovare anche le osterie frequentate da Einstein, dove – se lo si desidera – è possibile farsi preparare dei menu assai speciali, ispirati al genio matematico. (www.einstein2005.ch/)

Storia - Secondo la leggenda, la città deve il suo nome a un orso («bar» in lingua tedesca, «barn» nel locale dialetto) ucciso dal duca Berchtold V von Zàhringen nel luogo da lui poi scelto per la fondazione della città, avvenuta nel 1191. Protetta dall'ansa dell'Aare e chiusa a ovest da cortine difensive, divenne presto importante piazzaforte militare e centro di mercati, iniziando una vigorosa lotta per sottrarsi al dominio di imperatori e signori. Città libera nel 1218, dopo un breve protettorato del conte Pietro II di Savoia (1255-65), acquistò nel 1272 piena autonomia, dandosi un governo aristocratico. Con una serie di guerre fortunate, specialmente contro l'Austria, si assicurò dal XIV al XVI secolo un vasto dominio territoriale, che si estendeva dall'Argovia alle rive del lago di Ginevra, e che le procurò un posto preminente tra i cantoni primitivi. Nel 1528 abbracciò la Riforma. Il suo governo oligarchico, che portò progresso economico e potere militare, represse duramente le lotte per l'indipendenza dei territori sottomessi e le rivolte contadine. Venne abbattuto, una prima volta dall'esercito francese nel 1798 e definitivamente nel 1830 dai moti liberali. Nel 1848 la città fu scelta dal primo Parlamento svizzero come sede delle autrità centrali della Confederazione.

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martedì 6 maggio 2008

L'asinara: un'oasi in mezzo al mare

L'isola è uno dei luoghi più incontaminati del Mediterraneo.
Qui la natura è riuscita a conservare sorprendenti scenari e specie faunistiche altrove minacciate di estinzione

Narra la leggenda che Ercole afferrò l'estrema propaggine settentrionale della Sardegna e la staccò dalla penisola della Nurra. E la strinse così forte nel pugno da assottigliarne la parte centrale, lasciandole impresse tre profonde insenature dove le possenti dita l'avevano strangolata. Herculis Insula, la chiamarono perciò i romani, e successivamente Sinuaria, per la sinuosità delle sue coste. Pare che Asinara deriverebbe dunque dalle graduali storpiature del nome romano, anche se i suoi celebri asinelli albini, proliferati sull'isola in epoca più recente, ne sono ormai il simbolo.Antica e travagliata è la storia di questa splendida isola divenuta una riserva naturalistica selvaggia e aspra. Abitata fin dall'età della pietra, la presenza umana è testimoniata dalle domus de janas, le "case delle fate", luoghi di culto funerari scavati nella roccia calcarea rinvenuti nella zona di Campu Perdu, dove è stata anche recuperata una statuetta di bronzo risalente all'epoca nuragica. Conosciuta da fenici e greci per la posizione strategica e usata per rifornirsi di acqua nelle loro navigazioni commerciali, venne colonizzata dai romani e prosperò in stretto rapporto con la vicina Turris Lybissonis, l'odierna Porto Torres. L'incessante andirivieni di navi militari e da trasporto ha lasciato una traccia suggestiva: fu un evento sicuramente drammatico, un naufragio, che a distanza di millenni ci permette oggi di ammirare a pochi metri di profondità, davanti al molo di Cala Reale, su una prateria di alga posidonia, il relitto di una grande nave oneraria carica di anfore che contenevano salsa di pesce, una prelibatezza per quell'epoca. Si è deciso di lasciare tutto lì, regolamentando le immersioni su permesso della Soprintendenza Archeologica di Sassari, o "sorvolando" il sito con un battello dal fondo di vetro.Nel 700 d.C. iniziarono le incursioni dei corsari arabi, che ingaggiavano furibonde lotte all'ultimo sangue con i sardi residenti, costretti a ritirarsi sempre più all'interno. Le repubbliche marinare di Genova e
Pisa ne approfittarono per prendere il controllo di questi mari scatenando la caccia ai "mori", mentre la famiglia dei Malaspina, signori della Lunigiana, pose un insediamento sull'Asinara facendo costruire il cosiddetto Castellaccio, una fortezza sul picco granitico i cui ruderi sovrastano ancora la località di Fornelli.

Riva del Garda


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Salento low cost

Primavera nel Salento. È l'invito per i prossimi ponti primaverili fatto da noi di Best-Bookings. Per tutto il mese di Giugno, è possibile soggiornare a prezzi speciali!!! Guarda: Gallipoli, Otranto, Galatina, Lecce...e tante altre!!!

Inoltre, vi ricordiamo la possibilità di partecipare agli eventi di Salento Negroamaro, la rassegna di musica, arte e spettacoli dedicata quest'anno all'America Latina che si svolge nella provincia di Lecce fino al 30 settembre.

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Primavera a Parigi

Design per bambini da toccare e fragili installazioni per adulti da ascoltare. Due mostre e altre proposte per un fine settimana con la famiglia
Divani a bolle, armadi-mela, chaise-longue bruco e culle a forma di banana. E ancora, librerie con i raggi, sedie a petali e tappeti puzzle, da costruire in compagnia. MOBI Junior, fino al 18 maggio alla Via Gallery di Parigi, è un’esposizione di cinquanta pezzi di arredamento per bambini. In mostra, accanto agli articoli in produzione, ci sono i progetti elaborati da designer e giovani allievi in una serie di workshop che si sono svolti durante l'anno nelle scuole elementari francesi. Opere per camerette d’autore, questi progetti s’impongono sul mercato delle aziende con la missione di attirare l’attenzione sul ruolo dei figli nella società contemporanea. Anche in virtù dei dati demografici che confermano la Francia in pole position, tra i paesi europei, per numero di nascite. Metropolitana e contemporanea, la primavera di Parigi è una fioritura di mostre. Da non perdere, l’esibizione dell’architetto e designer fiorentino Andrea Branzi che alla Fondazione Cartier espone le sue due nuove installazioni oversize: strutture ibride, fragili e poetiche, fatte di vetro e metallo mescolati a elementi organici come fiori recisi, reti e corde. Ad animare gli spazi della Fondazione ci pensa la musicista americana Patty Smith che con le sue canzoni è protagonista della personale di fotografie e filmati Land 250.

Per abbinare architettura e buona tavola, ci si dirige verso la Tour Eiffel. Icona e simbolo della capitale francese la bella torre è anche il tempio gourmet del superchef stellato Alain Ducasse che, dallo scorso dicembre, ha preso in gestione il celebre ristorante del secondo piano Le Jules Verne.


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Scarsa puntualità? Overbooking? Servizi scadenti?

Il volo è annullato. L’hotel di sogno si rivela una catapecchia. Il soggiorno prenotato on line, una truffa. E si resta 48 ore in aeroporto. Ecco come difendersi, punto per punto

Scarsa puntualità? Overbooking? Servizi scadenti? Mentre si apre una nuova era per i viaggiatori, il turismo spaziale, con Richard Branson che crea la Virgin Galactic e promette per gli inizi del 2010 il decollo dell’astronave SpaceShipTwo (200 mila dollari per due ore e mezzo in orbita), sulla terra continuiamo a dibatterci fra disservizi e insoddisfazioni. Secondo Federconsumatori, lo sportello nazionale di tutela del turista che nella sola estate 2007 ha assistito 3500 persone, e ricevuto 30.000 lamentele di disservizi, i reclami legati al trasporto aereo (dalle cancellazioni e spostamenti del volo allo smarrimento del bagaglio) sono in forte e costante aumento. Anche se in cima alla lista rimangono disagi e disillusioni relativi ai pacchetti tutto compreso (33%): problemi non solo di trasporto, ma anche promesse di alberghi che si rivelano scadenti, spiagge troppo lontane, piscine senz’acqua.

Regole e diritti
Come difendersi? Prima di tutto informandosi dei propri diritti. Dall’inizio del Duemila, la legislazione si è aggiornata: oggi sono tre i documenti cui fare riferimento. Primo, il Codice del Consumo, la bibbia della difesa per ogni acquisto, di qualsiasi prodotto: gli articoli dall’82 al 100 si riferiscono ai viaggi comperati in agenzia, quelli dal 45 al 68 agli acquisti su internet. Ci sono poi la legge 1084/1977, per i pacchetti-vacanza, e il Regolamento europeo 261, in vigore in Italia dal 2005, che tenta di mettere un freno al malcostume dell'overbooking. È il più diffuso, anche se le compagnie aeree sono costrette a rimborsi sempre più salati. Queste regole valgono per tutti i voli effettuati da compagnie europee che partono o giungono nell’Unione: charter e low cost inclusi. E anche per i vettori di altre nazioni, quando partono da un aeroporto Ue. Altrimenti valgono le disposizioni dei rispettivi Paesi. Il negato imbarco è molto più frequente di quanto si possa pensare. E si basa su una serie di regole statistiche, che ipotizzano quanti passeggeri non si presenteranno al check-in. Ma non è una esclusiva degli aerei: anche i tour operator, che mettono insieme voli, sistemazioni alberghiere ed escursioni, giocano sull’overbooking quando vendono più camere d’albergo di quelle prenotate.

Azioni legali
Che sia voluto o meno, non ci si può difendere più di tanto, prima o durante lo sfacelo della vacanza. L’unica soddisfazione rimane un risarcimento al ritorno. La soluzione più rapida, economica e indolore resta la conciliazione, o il patteggiamento. Da fare subito, già in aeroporto nel caso di disservizio aereo, o appena tornati: ci sono dieci giorni di tempo per reclamare con l'agente di viaggi, meglio se con l’aiuto di un’associazione dei consumatori. La Camera di commercio di Milano, per esempio, ha aperto uno sportello di conciliazione: arbitrato “amichevole” che deve essere intrapreso dalle parti in causa. Basta che una non si presenti per mandare tutto in fumo. Altre Camere di commercio offrono lo stesso servizio. Nel frattempo si fa strada il principio del danno morale ed esistenziale: anche i più alti gradi di giudizio concordano che non c’è nulla che ripaghi dalla delusione di una vacanza andata male. Si può finire nelle aule di tribunale. E vincere. Un esempio? Nel 2007 la Cassazione ha riconosciuto il danno esistenziale ai passeggeri abbandonati alle Tremiti dalla compagnia di navigazione C.t.m., che aveva affrontato la traversata da Peschici nonostante i bollettini meteo non favorevoli. I tempi della giustizia sono però molto lunghi. Infatti, se per un patteggiamento con il tour operator in pochi mesi si ottiene un risarcimento, ricorrere al giudice di pace (è possibile solo se il valore del viaggio non supera i 2588 euro) significa aspettare almeno un anno e mezzo, addirittura tre o quattro per una causa in tribunale e ancor di più se non ci si accontenta del primo grado e si vuole ricorrere.